mercoledì 21 novembre 2012

20.11.2012



M.C.+A.+F.

Tema: "Ama, e fa' quel che vuoi" (S.Agostino).

M.C.: Comprendere che repulsione é la  prima regola della legge di amore non é semplice, quando le due cose convergono la sensazione é straordinaria. Credo che anche amare inizi veramente quando si cerca l'amore per Dio, allora Lui te lo restituisce ed é lì che si comincia ad amare il prossimo di vero Amore e diventi una particella di amore.

F.: Quando si Ama si segue la volontà di Dio, è l'amore umano che ha desideri e volontà personale, l'Amore in senso più alto presuppone il dimenticarsi di se stessi e quindi ciò che si vuole non è che una manifestazione della volontà divina... E' difficile ma è questa la strada per essere felici.


Per finire l’esperienza nel regno umano ognuno di noi deve passare tre tappe:

1)      “Io sono” – uomo comune
2)      “Io sono ciò” – vari stadi di discepolato
3)      “Io sono ciò che sono” – iniziato

   Per ognuno di queste tre la parola “ama” ha il suo significato. Gli significati sono molto diversi.

   La frase "Ama, e fa' quel che vuoi" è pronunciata da Uno della terza. Quelli che sono di questa tappa sperimentano lo stato di “Dio Immanente”.

   Noi siamo nella seconda. La velocità del nostro avvicinamento alla terza dipende dalla velocità del cambiamento del significato “ama” per noi. Ogni cambiamento - dal secondo significato al terzo ed l'ultimo significato - cambia la nostra vita.

   Ogni cambiamento del significato richiede fede, determinazione e coraggio:


   “Con il progredire dell’evoluzione, lo sviluppo diviene più rapido e la tonalità cambia a ogni vita, mentre negli stadi iniziali la tonalità o nota può risuonare immutata per molte vite consecutive. Il Sentiero della Prova è cosparso di molte forme infrante e, passando da un ciclo minore all’altro, egli cambia il tono e spesso, in una sola esistenza, la sua vibrazione si eleva più volte. La vita di tutti gli aspiranti, se progrediscono con la dovuta rapidità, è quindi caratterizzata da movimento costante, da continui cambiamenti e differenziazioni, dal succedersi di costruzione e distruzione, dalla formulazione di progetti e dalla loro dissoluzione. È una vita di sofferenza continua e di frequenti urti con le circostanze ambientali, di numerose amicizie che si formano e si sciolgono, di incessante mutamento con l’angoscia che ne deriva. Gli ideali vengono trascesi in quanto tappe su un cammino verso altri più elevati; balenano visioni, ma solo per essere sostituite da altre; sogni sono carezzati, realizzati e poi messi da parte; si fanno amici che vengono amati ma lasciati indietro a seguire da lontano e con passo più lento le orme dell’aspirante che avanza con ritmo più rapido; e nel frattempo si costruisce la quarta forma [corpo causale – loto di cuore].
   4. La forma del corpo causale. È il veicolo della coscienza superiore, il Tempio del Dio Immanente, ed esso appare di una bellezza così rara e di una stabilità così certa, che quando subentra la distruzione finale anche di questo capolavoro di molte vite, amaro è il calice da vuotare e l’unità di coscienza sembra indicibilmente orbata. Conscio allora soltanto dell’innato Spirito divino, conscio soltanto della Verità della Paternità divina, rendendosi conto fin nel più profondo del suo essere della natura effimera della forma e di tutte le forme, solo nel vortice dei riti iniziatici, privato di tutto ciò che può averlo sostenuto (amico, Maestro, dottrina o ambiente) l’iniziato può ben esclamare: “Io sono quello che sono e nulla vi è all’infuori di me.” Ben può, in senso figurato, porre la mano in quella del Padre che è nei Cieli, stendendo l’altra a benedire il mondo degli uomini, poiché soltanto le mani che hanno lasciato cadere tutto ciò che esiste nei tre mondi sono libere di elargire la benedizione finale all’umanità che lotta. Egli si costruisce allora una forma secondo i suoi desideri, una nuova forma non più soggetta a distruzione, ma adeguata alle sue necessità, che può essere scartata o usata secondo le circostanze.
   Di questi tempi sarà opportuno riflettere sul soggetto della forma, poiché con l’arrivo di un nuovo raggio e l’inizio di una nuova era sopraggiunge sempre un periodo di grande disgregamento, fintanto che le forme esistenti non si siano adattate alla nuova vibrazione. In questa fase d’adattamento, chi ha coltivato flessibilità e adattabilità o le possiede come caratteristica del raggio della sua personalità progredirà con minor senso di disgregamento di chi è più cristallizzato e rigido.
   Soprattutto ora si dovrebbe mirare alla flessibilità e alla rispondenza della forma, poiché quando Colui che adoriamo verrà, pensate forse che la sua vibrazione non causerà distruzione ove vi sia cristallizzazione? Fu così in passato, e lo sarà di nuovo.
   Coltivate la risponsività ai Grandi Esseri, mirate all’espansione mentale e continuate a studiare. Pensate per quanto possibile in termini astratti o numerici e, amando tutti, lavorate per ottenere la plasticità del corpo astrale. Dall’amore di tutto ciò che respira deriva la capacità di vibrare all’unisono con l’universo e dalla flessibilità astrale nascerà la rispondenza alla vibrazione del Grande Signore.”
(Trattato di Magia Bianca)



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