lunedì 7 gennaio 2013

06.01.2013



A.+A.+C.

Tema: noi e il nostro rapporto con le forze angeliche.

C.: Molto bello. Le distanze tra "al di qua" e "al di là" sono accorciate, il confine meno netto. la percezione più ampia (anche livelli di onde e frequenze che siamo capaci di percepire) ci rende più accessibili, più compatibili. Siamo dei trasmettitori (come delle radio che trasmettono determinate frequenze) dobbiamo imparare a trasmettere con crescente chiarezza, loro sono i nostri Maestri.


REGOLA NUMERO SEI (Il lavoro dell’occhio)

I deva dei quattro inferiori sentono la forza quando l’occhio si apre; essi sono espulsi e perdono il loro padrone.

     Consideriamo ora una delle più semplici regole di magia, e al tempo stesso una delle più pratiche e dalla quale dipende tutto il successo del lavoro magico.
     All’aspirante che indaga vorrei far notare che la chiave della situazione descritta in questa regola è la parola contemplazione, cui abbiamo accennato nella regola precedente. Studiamo quindi questa parola con attenzione e cerchiamone l’esatta definizione.
     Contemplare significa mantenere una visione ferma, volta in un’unica direzione, verso un obiettivo specifico. L’anima o Angelo Solare si potrebbe dire che fissa in tre direzioni.
     l. Verso la Luce Suprema, la Vita o Energia centrale che cela in sé il proposito e il piano verso cui tende ogni essere. Non so come esprimermi più chiaramente. Cosa sia quella forza direttiva, quale sia il segreto dell’Esistenza stessa, è rivelato soltanto durante le iniziazioni più avanzate e viene infine compreso quando il corpo causale stesso, il Karana Sarira, si disintegra e le ultime limitazioni scompaiono. Non occorre che ci occupiamo di questa direzione della visione dell’Angelo.
     2. Sul regno in cui l’Angelo solare regna supremo, sul mondo delle anime o impulsi egoici dell’opera gerarchica e del pensiero puro. È il Regno di Dio, il mondo dell’Essere Celeste. È lo stato di cui i discepoli divengono sempre più coscienti, in cui operano gli iniziati e dal quale i Maestri, nel loro ordine gerarchico, dirigono il processo evolutivo del pianeta.
     Queste due direzioni in cui l’anima guarda costituiscono il mondo della sua esperienza spirituale e l’oggetto della sua aspirazione. Non si dimentichi che l’uomo spirituale, l’Angelo solare, ha anche gli la sua meta da raggiungere e che suo è l’impulso predominante una volta che il veicolo nei tre mondi sia stato soggiogato. Come soltanto l’essere umano in pieno possesso della sua intelligenza può cominciare a operare coscientemente come anima e venire in contatto con il regno delle anime, così soltanto l’anima pienamente attiva e sovrana, nella quale il principio buddhico governa potenzialmente, può venire in contatto con lo stato del puro Essere in cui la Monade o Spirito eternamente dimora.
     Nell’uomo, lo sviluppo dell’intelletto indica la sua idoneità a risalire il Sentiero fino alla piena coscienza dell’anima. Lo sviluppo dell’aspetto buddhico, o amore-saggezza, dell’Angelo Solare dimostra la sua idoneità a un ulteriore progresso nella consapevolezza dello stato di puro Essere.
     3. La terza direzione in cui l’anima guarda e in cui esercita la facoltà di visione contemplativa, è verso il suo riflesso nei tre mondi. Oggetto della lunga lotta fra l’uomo superiore e quello inferiore è di permettere a quest’ultimo di rispondere alle forze emananti dall’anima quando essa “contempla” il suo triplice strumento e divenirne sensibilmente cosciente.

(Trattato di Magia Bianca o la via del discepolato)


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