A.+A.+C.
Tema: noi e il nostro rapporto con le forze angeliche.
C.: Molto bello. Le distanze tra "al di qua" e
"al di là" sono accorciate, il confine meno netto. la percezione più
ampia (anche livelli di onde e frequenze che siamo capaci di percepire) ci
rende più accessibili, più compatibili. Siamo dei trasmettitori (come delle
radio che trasmettono determinate frequenze) dobbiamo imparare a trasmettere
con crescente chiarezza, loro sono i nostri Maestri.
REGOLA NUMERO SEI (Il lavoro dell’occhio)
I deva dei quattro inferiori sentono la forza quando l’occhio
si apre; essi sono espulsi e perdono il loro padrone.
Consideriamo ora
una delle più semplici regole di magia, e al tempo stesso una delle più pratiche
e dalla quale dipende tutto il successo del lavoro magico.
All’aspirante che
indaga vorrei far notare che la chiave della situazione descritta in questa regola
è la parola contemplazione, cui abbiamo accennato nella regola
precedente. Studiamo quindi questa parola con attenzione e cerchiamone l’esatta
definizione.
Contemplare
significa mantenere una visione ferma, volta in un’unica direzione, verso un obiettivo
specifico. L’anima o Angelo Solare si potrebbe dire che fissa in tre direzioni.
l. Verso la Luce
Suprema, la Vita o Energia centrale che cela in sé il proposito e il piano verso
cui tende ogni essere. Non so come esprimermi più chiaramente. Cosa sia quella
forza direttiva, quale sia il segreto dell’Esistenza stessa, è rivelato soltanto
durante le iniziazioni più avanzate e viene infine compreso quando il corpo
causale stesso, il Karana Sarira, si disintegra e le ultime limitazioni
scompaiono. Non occorre che ci occupiamo di questa direzione della visione dell’Angelo.
2. Sul regno in
cui l’Angelo solare regna supremo, sul mondo delle anime o impulsi egoici dell’opera
gerarchica e del pensiero puro. È il Regno di Dio, il mondo dell’Essere
Celeste. È lo stato di cui i discepoli divengono sempre più coscienti, in cui
operano gli iniziati e dal quale i Maestri, nel loro ordine gerarchico,
dirigono il processo evolutivo del pianeta.
Queste due direzioni in cui l’anima
guarda costituiscono il mondo della sua esperienza spirituale e l’oggetto della
sua aspirazione. Non si dimentichi che l’uomo spirituale, l’Angelo solare, ha
anche gli la sua meta da raggiungere e che suo è l’impulso predominante una
volta che il veicolo nei tre mondi sia stato soggiogato. Come soltanto l’essere
umano in pieno possesso della sua intelligenza può cominciare a operare
coscientemente come anima e venire in contatto con il regno delle anime, così
soltanto l’anima pienamente attiva e sovrana, nella quale il principio buddhico
governa potenzialmente, può venire in contatto con lo stato del puro Essere in
cui la Monade o Spirito eternamente dimora.
Nell’uomo, lo
sviluppo dell’intelletto indica la sua idoneità a risalire il Sentiero fino
alla piena coscienza dell’anima. Lo sviluppo dell’aspetto buddhico, o
amore-saggezza, dell’Angelo Solare dimostra la sua idoneità a un ulteriore
progresso nella consapevolezza dello stato di puro Essere.
3. La terza
direzione in cui l’anima guarda e in cui esercita la facoltà di visione
contemplativa, è verso il suo riflesso nei tre mondi. Oggetto della lunga lotta
fra l’uomo superiore e quello inferiore è di permettere a quest’ultimo di
rispondere alle forze emananti dall’anima quando essa “contempla” il suo
triplice strumento e divenirne sensibilmente cosciente.
(Trattato di Magia Bianca o la via del discepolato)
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